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PER LA MENTE,
CON IL CUORE

Conosci la differenza tra disagio adolescenziale e disturbo mentale?

29/09/2022

Progetto Itaca è da anni impegnata nel promuovere ed informare sull’importanza della prevenzione dei disturbi mentali in tutta Italia. Nell’ambito del progetto “Youth in Mind”, 11 Sedi di Progetto Itaca hanno svolto attività di Prevenzione nelle Scuole da nord a sud, da Milano a Lecce. Durante l’anno scolastico 2021/2022, sono stati complessivamente raggiunti 7.284 studenti delle scuole superiori, il 20% in più rispetto al 2019, e sono stati coinvolti 49 professionisti della salute mentale (psicologi e psichiatri) e 65 volontari. Al termine degli interventi svolti nelle scuole, è stato chiesto ai ragazzi di compilare un questionario sugli argomenti che hanno suscitato loro più interesse o domande di approfondimento.

Al terzo posto tra gli argomenti che hanno riscosso maggiore interesse troviamo: Differenza tra disagio adolescenziale e disturbo mentale.

L’adolescenza è un’epoca della vita caratterizzata per definizione da cambiamenti che interessano la sfera emozionale e fisica; un periodo delicato in cui si fanno le prime esperienze in autonomia al di fuori del nucleo familiare e in cui si definiscono abilità relazionali ed affettive. Purtroppo, la pandemia da COVID-19 ha in qualche modo alterato questo processo fisiologico e necessario allo sviluppo della vita adulta. La paura del contagio, l’isolamento e la didattica a distanza, e, in generale, la limitazione della socialità, hanno reso questo passaggio fondamentale molto più difficile. Inoltre, le recenti vicende mondiali hanno messo ancora di più a dura prova il benessere psichico dei ragazzi che si ritrovano a vivere l’adolescenza in un momento storico senza precedenti, con la pandemia da una parte e la guerra dall’altra.

Qual è la soglia dunque? Quando si rende necessario un intervento in questo periodo già particolarmente difficile? Come capire quando “è troppo”? Gli esperti di salute mentale che ci hanno guidato in questo progetto nelle scuole, hanno sottolineato il fattore durata, intensità e livello di sofferenza. Come abbiamo detto, sentirsi smariti e/o avere problemi con l’accettazione delle emozioni e del proprio aspetto fisico è fisiologico. Tuttavia, se questo disagio è protratto nel tempo, oppure quando inizia a limitare fortemente la vita sociale per vergogna/imbarazzo di non sentirsi accettati, è necessario prestare attenzione. Un altro campanello di allarme è il fatto di non sentirsi compresi da nessuno. L’isolamento, infatti, non fa altro che contribuire ad aumentare il senso di abbandono e di ansia. Provare a parlare con un familiare, un amico o un insegnante di come ci si sente può essere di enorme sollievo. In caso contrario, qualora il forte disagio persista è dunque necessario chiedere il sostegno di una figura professionale.

Anche quando il ragazzo ha maturato la decisione di volersi affidare alle mani di un esperto, la strada da percorrere a volte può non essere così semplice. Perché c’è più resistenza nel chiedere aiuto? Il 52% dei ragazzi intervistati ha risposto: “Perché si viene giudicati male dagli altri”, dimostrando una coscienza profonda degli studenti nei confronti dello stigma legato alla salute mentale. La seconda e terza risposta sono state: “Perché non è chiaro a chi rivolgersi” (20% degli intervistati) e “perché il costo è eccessivo” (16% degli intervistati). Questi sono senz’altro degli spunti interessanti che dovranno essere chiariti durante le prossime iniziative.

Non è sempre facile, dunque, individuare i campanelli di allarme durante un periodo della vita complesso e costellato da tanti cambiamenti. La nostra missione è quella di sensibilizzare non sono gli studenti, ma anche famiglie ed istituzioni sull’importanza della salute mentale, come prendere consapevolezza che il benessere psicologico è importante tanto quello fisico e sociale e merita la giusta attenzione, abbattendo lo stigma che lo circonda.


Benedetta Bonito, PhD e Volontaria di Proggetto Itaca Firenze

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